Sabato si è celebrata la XIX Giornata mondiale contro il cancro infantile. Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, sviluppare la cultura della prevenzione, aumentare la consapevolezza delle sfide che si trovano ad affrontare i cittadini affetti da tumore e le loro famiglie, accendere l’attenzione sulla dimensione affettiva e psicologica della malattia.
Ne parliamo con Alberto Vannelli, Presidente di Erone onlus e Primario della Chirurgia Generale al Valduce. Questo argomento mi trova particolarmente coinvolto in primo luogo avendo lavorato per oltre 10 anni all’Istituto nazionale dei tumori di Milano e secondariamente per aver avviato il primo progetto per i giovani: “Premio Erone: la coscienza oncologica”. Si tratta di un problema che In Italia interessa 1.500 bambini nella fascia di età tra 0 e 14 anni e 900 adolescenti. Il tumore non è un argomento facile, soprattutto per i ragazzi, ma la corretta informazione è fondamentale per una coscienza oncologica che possa essere d’aiuto. Chi più di loro è in grado di comprendere la bellezza della vita in una delle sue manifestazioni più dolorose e spaventose come quella del tumore?
Tra le attività del terzo settore c’è sempre l’impegno a educare i giovani a considerare la vita un bene prezioso e sentirsi personalmente impegnati nella sua difesa. I ragazzi fanno fatica a sentire il tema della prevenzione oncologica come qualcosa che li riguardi, perché la possibilità di soffrire un giorno di tumore non fa parte del loro vissuto. Noi di Erone ONLUS abbiamo portato con successo il nostro motto “costruire un’idea per istruire una coscienza oncologica” nella scuola, tra i ragazzi e il risultato è stato stupefacente. Un’esperienza davvero formativa anche per me che mi avvicinavo per la prima volta al mondo giovanile. Per questo motivo abbiamo deciso di condividere con il territorio questa esperienza: il 20 marzo, all’auditorium del collegio Gallio i ragazzi saranno protagonisti al convegno “oncologia e territorio, il genere non fa la differenza”; faranno scuola, dimostrando che anche i giovani sanno affrontare il tema della prevenzione oncologica.