L’oncologia della provincia di Como, per rispondere sempre meglio ai bisogni del cittadino malato e riuscire a superare indenne la pesante crisi economica, ha da anni scelto l’organizzazione della Rete Oncologica. Il bisogno di creare connessioni operative tra le varie strutture presenti sul territorio nasce dall’esigenza di offrire un modello di efficienza ed efficacia sanitaria. A livello nazionale il dibattito è al centro dei progetti dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom) in quanto non tutte le regioni sono riuscite a dotarsi di un modello altrettanto efficace. A Como per poter condurre il paziente attraverso le fasi della malattia si è reso necessario integrare tutte le professionalità, gli strumenti e le competenze. Il risultato negli anni è stato quello di assicurare una omogeneità territoriale delle cure ed elevati standard di qualità.
La Rete Oncologica ha garantito l'efficacia di risultati mediante due semplici quanto essenziali elementi: presa in carico globale, multidisciplinare e multidimensionale del malato sostenuta da una organizzazione dipartimentale delle attività intraospedaliere e la continuità assistenziale tra servizi ospedalieri e territoriali (cure palliative, medico di famiglia). La Rete Oncologica è organizzata in Dipartimenti Oncologici, organizzati territorialmente, in base a bacini di utenza di circa 500.000–1 milione di abitanti, salvo aggregati minori in bacini con popolazione dispersa sul territorio. Nel caso specifico, la Provincia di Como è articolata in un Distretto speciale (Campione d’Italia) e in quattro aree distrettuali, individuate in attuazione delle indicazioni del Piano socio-sanitario regionale e sovrapponibili ai Distretti veterinari: Como, Sud-Ovest (Olgiate Comasco e Lomazzo), Brianza (Cantù, Erba e Mariano Comense), Medio e Alto Lario (Menaggio e Dongo). Il territorio è ripartito in 162 comuni, in 6 dei quali si oltrepassano i 10.000 abitanti mentre 114 sono inferiori a 3.000 unità (in 51 comuni la popolazione non raggiunge i 1.000 abitanti). Complessivamente i Distretti si estendono su una superficie territoriale di 1.290 chilometri quadrati con 594.988 (291.122 maschi, 303.866 femmine); di questi risultano pazienti oncologici circa 20.000 pazienti (10.837 maschi, 8.946 femmine). Grazie alla creazione di centri dedicati e centralizzando le competenze, si è potuto raggiunge nel giro di pochi anni livelli di eccellenza.
Il modello della Rete Oncologica, si articola su un territorio di media grandezza e dispone di un unico Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico (DIPO) che riunisce ospedali di diverse ragioni sociali: ASL, enti religiosi, sanità privata. Dal più piccolo al principale si è riusciti a tagliare i costi operativi, ottimizzare le risorse disponibili ed eliminare gli sprechi. Lo scambio di informazioni tra gli ospedali, ha permettesso ai pazienti di trarre grandi benefìci. Immaginiamo infatti un malato neoplastico, in fase metastatica, che debba spostarsi di decine o centinaia di chilometri dalla propria residenza. Questo comporterebbe, oltre a una grande sofferenza fisica per la persona, ulteriori problemi ai familiari che dovrebbero farsi carico del viaggio. L’obiettivo della rete è stato quello di fornire al malato ciò che di meglio esiste, in quel dato momento, in termini di prestazioni diagnostiche, terapeutiche e di modalità organizzative. Il paziente non si deve più spostare, perché si riesce a offrirgli la prestazione di cui necessita, anche di consulenza di seconda opinione. Valga per tutti il modello del tumore del colon retto.
La ASL di Como nel maggio 2006 ha attivato nel suo territorio il programma di screening del cancro colorettale nei soggetti di età compresa tra 50 e 69 anni. I Test vengono esaminati dai Laboratori del Valduce e dell’Azienda Ospedaliera S. Anna. L'ospedale Valduce in particolare è coinvolto direttamente nel programma, con l’analisi dei campioni di feci e l’eventuale avvio degli accertamenti di II livello (colonscopia) nei pazienti con sangue occulto positivo. Al fine di ottemperare alle problematiche organizzative e cliniche che il programma di screening comporta, è stato definito un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato. Il PDTA rappresenta lo strumento finalizzato sia al governo dei processi clinici ed organizzativi interni ad una struttura ospedaliera, che al miglioramento della fruibilità dell’iter affrontato dal paziente con patologia oncologica. Il PDTA è il perno su cui ruotano gli interventi trasversali delle diverse professionalità e specificità cliniche e costituisce il fulcro logistico e temporale per l’esito positivo del processo di cura. Le direttive regionali ed i programmi di screening oncologici hanno indicato come priorità per ciascuna Azienda Ospedaliera, l’implementazione locale di PDTA, così da ottimizzare la gestione dei pazienti con patologie neoplastiche. Il PDTA delle neoplasie colo-rettali si pone rispetto al programma di screening del cancro del colon come una naturale fase successiva, che va dal momento della diagnosi di neoplasia al trattamento chirurgico e/o medico. Nel dicembre 2006, alla luce del crescente numero dei pazienti con diagnosi di CCR e con patologia oncologia in generale, la Direzione Sanitaria (Prot. N. 715/06 EG/st del 29.12.2007 ) ha deciso di favorire la creazione di un Gruppo di Lavoro (GdL) interdipartimentale Ospedaliero permanente, per lo sviluppo di percorsi di cura ed assistenza dei pazienti con neoplasie dell’apparato gastroenterico. Nel maggio 2007 è stato pubblicato il primo PDTA riferito al tumore del colon-retto di cui l’attuale stesura costituisce aggiornamento ed integrazione. Alla fine del 2007 infine, il GdL del nostro ospedale ha concorso attivamente alla costituzione del GdL Interaziendale DIPO costituito da ASL-Como, Medici di Medicina Generale e rappresentanti degli Ospedali Provinciali e ha contribuito con il proprio PDTA alla definizione delle linee guida provinciali per il tumore colo-rettale.
L'efficacia di questi strumenti di lavoro si concretizza poi nella pratica clinica: la Provincia di Como è dotata di un centro di riferimento di Chirurgia Oncologica Gastroenterologica che garantisce un'attività oncologica di eccellenza. L'attività clinico-terapeutica è rivolta principalmente al trattamento delle neoplasie di stomaco, colon-retto-ano, fegato-vie biliari-pancreas, applicando, quando indicato, le tecniche mini-invasive ma si caratterizzata anche per il trattamento di GIST, tumori neuroendocrini, tumori primitivi e secondari del peritoneo e del retroperitoneo. Un ulteriore ambito d’attività si rivolge al trattamento integrato delle recidive pelviche, in particolare del retto, e al trattamento multidisciplinare di tumori epatici primitivi e secondari in collaborazione con le Unità Operative di Oncologia Medica e di Radiologia Interventistica del nostro Ospedale.
Quando necessario, si fa ricorso a trattamenti integrati, sia neoadiuvanti che postoperatori, in collaborazione con le Unità Operative di Oncologia e di Radioterapia del Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico di Como.