Oltre a un certo numero di vantaggi, il federalismo fiscale comporta alcuni rischi per il sistema sanitario. Uno di questi è la possibilità di un’ulteriore frammentazione per le campagne di screening di malattie gravi come i tumori nelle varie regioni. Le carenze dei principali metodi per la valutazione dei costi di screening dei tumori colorettali sono molte e nel futuro modello sanitario che vede i costi standard come elemento per determinare il fabbisogno di risorse bisognerà ripensare alla strategia di allocazione.
Col federalismo viene introdotto il concetto di costo standard che sostituisce quello di costo storico e contribuirà a determinare, per ciascuna regione, il fabbisogno "ufficiale" e quindi l’eventuale trasferimento perequativo cui avrà diritto in caso di insufficiente capacità fiscale. In base all’intesa tra Governo e Regioni, queste ultime si sono impegnate, entro il 30 settembre 2010, ad adottare il Piano Regionale di Prevenzione, tra cui anche gli screening oncologici, utilissimi a ridurre il tasso di malattia e mortalità. Se fino ad ora lo stato si era occupato di finanziare le campagne di screening d’ora in avanti se ne occuperanno le Regioni. Purtroppo, non essendoci ancora una valutazione dei costi di questa procedura, si corre il rischio di vedere ridotta la campagna di promozione fin qui attuata.
La ricerca, effettuata su uno dei big killer tra i tumori (al terzo posto in Italia per incidenza fra i tumori con quasi 49mila casi su oltre 60 milioni di abitanti), è stata presentata al convegno nazionale dell' AIES, (l'Associazione Italiana di Economia Sanitaria) che si è tenuto Moncalieri dal 30 settembre al 1 ottobre.