Sono state costruite in Italia, nell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, grazie a un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca (Erc).
E' stato pubblicato recentemente, sulla rivista ACS Nano, uno studio l'utilizzo delle nanoparticelle per la diagnosi precoce e la terapia del più aggressivo tumore del cervello, il glioblastoma multiforme. Si tratta dei primi risultati del progetto europeo Potent .
I tumori del sistema nervoso centrale sono costituiti da un gruppo di entità eterogeneo per morfologia, sede d’insorgenza, aspetti biologici, clinici, prognostici e presumibilmente anche eziologici. Nel 2017 in Italia si sono registrati circa 6.000 nuovi casi. Negli anni questo dato sembra restare costante per età e sesso. Inoltre i tassi d’’incidenza non mostrano variazioni geografiche rilevanti fra Nord, Centro e Sud Italia. Tra questi famigli di tumori, il glioblastoma rappresenta quello più frequente nell’adulto.
Nonostante i significativi progressi della chemioterapia, esiste un problema che limita l'accumulo al bersaglio biologico (<< 10% dose iniettata per grammo di tumore) e da sequestro non specifico dal sistema reticolo-endoteliale (tumore / fegato <0,1). Questo ha come conseguenza la riduzione di efficacia di trattamento
L'obiettivo del progetto Potent è stato quello di progettare nanoparticelle polimeriche discontinue (sistemi colloidali con un diametro medio compreso tra 10 e 1000 nm) per la diagnosi precoce e la terapia di questi tumori. Ciò è stato possibile grazie a tre obiettivi specifici: sintesi e caratterizzazione fisico-chimica di queste nanoparticelle; selezione di nanoparticelle immediatamente riconosciute dalle cellule immunitarie che divorano i nemici (chiamate macrofagi), per trasformarle in cavalli di Troia così da portare farmaci direttamente all'interno dei macrofagi, potenziandoli e trasformandoli in nuove armi da scagliare contro i tumori; test in vivo dell'imaging delle nanoparticelle e test in topi con Glioblastoma Multiforme.
La ricerca è stata diretto da Paolo Decuzzi direttore del Laboratorio di Nanomedicina di Precisione dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova.
Parliamo di risultati da confermare e ancora in via di sperimentazione ma le nanoparticelle sono state progettare per combinare chemioterapia e immunoterapia, ossia per combattere i tumori con i farmaci e nello stesso tempo rafforzare contro di essi le difese immunitarie e rendere il futuro più sicuro.