Secondo i dati del Ministero, sappiamo che ogni giorno in Italia, circa 1.000 persone ricevono la diagnosi di tumore e 3.300.000 vivono con una pregressa diagnosi di tumore; numeri importanti che obbligano ad alcune riflessioni. Se da una parte la rilevanza della patologia oncologica dimostra la necessità di una prevenzione primaria per ridurre il rischio di ammalarsi, dall'altra si rende sempre più necessaria una corretta informazione per seguire un paziente che da acuto come era nel passato è diventato cronico.
Viviamo in un'epoca in cui la facilità all'accesso all'informazione e la sua divulgazione sono amplificate dall'utilizzo di internet e qui nascono i problemi.
Lo storico francese March Bloch ne La guerra e le false notizie scriveva come "Una falsa notizia è solo apparentemente fortuita, o meglio, tutto ciò che vi è di fortuito è l'incidente iniziale che fa scattare l'immaginazione; ma questo procedimento ha luogo solo perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento". In effetti dobbiamo considerare l'impatto economico che la patologia oncologia ha nella società moderna e che solo in Italia muove quasi 10 miliardi di euro, con un costo complessivo per paziente di circa 30 mila euro, i nuovi casi di tumore dovrebbero avere un impatto che può essere considerato pari, in valore, all' 1% circa del Pil annuale.
Parliamo di quel fenomeno salito agli onori della cronaca nel 2017 con l’espressione "fake news". Utilizzata per indicare fenomeni molto diversi tra loro, sempre riconducibili ad un meccanismo teso a catturare l'attenzione del lettore con finalità principalmente finanziarie o politiche, le fake news sono il virus che si diffonde tra tutti coloro i quali sono sottoposti alla disinformazione online e non solo.
Chi ha un tumore arriva in ospedale già provato dall’aver scoperto di essere passato dalla condizione di cittadino a quella di paziente spesso senza disporre degli strumenti per poter interpretare e capire il fenomeno, quindi in una condizione di estrema fragilità, da qui la necessità di informazioni oculate e corrette, perchè l’informazione per il paziente oncologico genera aspettative, con particolare riguardo ai trattamenti terapeutici.
Per questo Women for Oncology ha organizzato a Montecitorio, lo scorso 26 gennaio, l’incontro “Donne che curano”: un momento nel quale incontrare i politici nella sede istituzionale per eccellenza e fare il punto sulle principali sfide cui è chiamata a rispondere oggi l’oncologia italiana, specie quella al femminile.
L'idea è stata quella di chiedere al futuro Governo, di mettere la lotta alle fake news tra le priorità in agenda. Una lotta che gli oncologi portano avanti ogni giorno nelle corsie degli ospedali di tutto il Paese, mettendo al centro del processo di cura l'informazione con il paziente e la sua famiglia. Questo percorso che è alla base del progetto di Erone onlus: costruire un'idea per istruire una coscienza oncologica, ed è il principio per la riuscita di una corretta cura e oggi più che mai il mondo dell'oncologia riconosce la necessità di un’alleanza tra il mondo della politica e dei media.