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Il carcinoma prostatico è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali. Alla base di questo fenomeno, più che la presenza di fattori di rischio, c’è la maggiore probabilità di diagnosticare tale malattia, che è presente in forma latente nel 15-30% dei soggetti oltre i 50 anni e in circa il 70% degli ottantenni. Nei pazienti con tumore della prostata localizzato esistono diverse opzioni terapeutiche: sorveglianza attiva, chirurgia o radioterapia. Nei pazienti con malattia metastatica la terapia di deprivazione androgenica o ormonoterapia rappresenta il trattamento di scelta in prima linea.Fino a poco tempo fa, le opzioni terapeutiche per questi pazienti erano piuttosto limitate.

http://www.pharmastar.it/index.html?cat=4&id=10363Il mitoxantrone, gli steroidi o farmaci chemioterapici alternativi (extramustina, navelbina, paclitaxel, etc) rappresentavano tentativi di palliazione, in assenza tuttavia di studi randomizzati che dimostrassero un impatto sulla sopravvivenza. Gli ultimi studi clinici hanno consentito di ampliare notevolmente lo spettro di trattamenti disponibili nei pazienti con malattia metastatica.
Recentemente la Food and Drug Administration statunitense ha dato il via libera per il trattamento dei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione con metastasi ossee all'utilizzo del radiofarmaco oncologico sperimentale radio-223 dicloruro , altrimenti noto come Alpharidin. Radio-223, è un radiofarmaco che emette radiazioni alfa, con attività antitumorale sulle metastasi ossee, attualmente studiato nei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione e con metastasi ossee.

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