Non tutti i tumori, anche quando colpiscono uno stesso organo, sono uguali l’uno all’altro. Grazie agli studi di biologia molecolare oggi sappiamo che esistono geni connessi alla stessa natura delle cellule tumorali che possono incrementare l’aggressività di una specifica lesione cancerosa, influendo sulla prognosi in modo significativo. Un gene alleato del cancro può trasformarsi nel suo peggior nemico. Ricercatori britannici hanno infatti scoperto che, bloccando un gene che incoraggia la diffusione del cancro nell'organismo, si riesce a frenare la migrazione delle cellule tumorali. Lo suggeriscono i risultati degli esperimenti condotti su tessuti in coltura, pubblicati su Oncogene. I ricercatori dell'University of East Anglia, diretti da Andrei Chantry, sperano che il loro lavoro possa portare a una nuova generazione di farmaci antitumorali mirati. Trattamenti capaci di contrastare la tendenza delle neoplasie a diffondersi e a produrre metastasi. Al centro della ricerca c'è un gene alleato della diffusione del tumore. Si tratta del gene Wwp2, che contrasta un inibitore che normalmente tiene le cellule sotto controllo. Senza l'inibitore (Smad7), il tumore si diffonde rapidamente, come hanno dimostrato gli scienziati nei loro esperimenti. Ma basta bloccare il gene nel mirino per evitare questo fenomeno. Insomma, per disinnescare il meccanismo che porta alla diffusione delle cellule tumorali. La scoperta - commenta Chantry - potrebbe portare alla messa a punto di una nuova generazione di farmaci, il tutto entro 10 anni, che potrebbero essere impiegati per fermare la diffusione aggressiva di molte neoplasie"