In questi giorni si sta svolgendo a Roma il XIX congresso AIOM (Associazione Italiana di Oncologia medica).
Tra gli argomenti al centro della discussione, ha trovato particolare interesse il tema dell'appropriatezza delle cure. Piace ricordare che Erone onlus da molti anni sta diffondendo questo messaggio. L'immagine del pilota di formula uno che vince, perchè i meccanici ai box sono capaci di esprimere al meglio la loro professionalità, è forse la più efficace a dipingere il risultato che il paziente può ottonere, solo con un lavoro di squadra di alto livello.
Questo è vero sia per i tumori a bassa incidenza, sia per quelli ad alta incidenza, i cosiddetti big killer. In particolare i tumori al seno. Anche se questo tumore fa meno paura del passato (la guarigione oggi è molto alta), la sopravvivenza cambia a seconda del percorso terapeutico scelto: le donne che si fanno seguire nelle Breast Unit, cioè nei centri di senologia specializzati, hanno il 20 per cento di sopravvivenza in più. Dati importanti che obbligano a molte riflessioni dal momento che questo tumore è il più frequente fra le donne in tutte le fasce d’età: solo nel 2017 in Italia si stimano oltre 50mila nuovi casi mentre 766.957 donne vivono dopo la diagnosi di tumore del seno (un incremento del 26 per cento dal 2010 al 2017).
Il principio alla base delle Breast Unit quindi è lo stesso dei meccanici ai box: esperienza, grande abilità e un approccio multidisciplinare possono garantire la riduzione della mortalità, dell’applicazione di trattamenti inutili o potenzialmente dannosi e un miglioramento dell’utilizzo delle risorse umane ed economiche.